A cosa serve un sito web?

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Ogni tanto ci fanno questa domanda: “a cosa serve un sito internet”? La risposta è molto semplice: serve a mostrare la tua attività professionale, hobbystica o artistica, e farti trovare da un pubblico il più esteso possibile e in target con i tuoi prodotti e servizi. Ciò vale indistintamente per ogni azienda, professionista, associazione, artista, squadra sportiva o semplice blogger.

Secondo una statistica nel 2022 la popolazione italiana connessa a internet sfiora i 43 milioni: praticamente tutti escluso bambini molto piccoli e anziani in là con l’età. Questo significa che se vuoi farti conoscere, essere presente online è la maniera migliore.

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Portare i clienti in bottega

Il sito vetrina o ecommerce, blog o portfolio, è come un’estensione digitale della classica brochure aziendale / catalogo cartaceo. Ti presenta al mondo, illustra la tua attività e i valori del tuo brand, dimostra chiaramente la tua Unique Value Proposition. E fornisce la possibilità di metterti direttamente in contatto con il tuo target di riferimento.

Con l’avvento dei social media spesso si tende a trascurare l’importanza di avere un sito web: tuttavia social e sito sono due asset molto diversi fra loro, poiché i primi rappresentano uno spazio (medium) di terze parti, e vanno visti come un canale di promozione.

Per capirci i social network sono come la TV, in cui appaiono i tuoi programmi o spot, mentre il sito è il tuo negozio in cui vuoi che le persone entrino per chiedere un preventivo o comprare. La strategia comunicativa più efficace è quindi usare le pagine social per portare al sito web, in modo da aumentare la visibilità online e avere il totale controllo della tua immagine.

 

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Narrazione, social e ricerca attiva

La creazione di un’immagine riconoscibile, concreta e affidabile attraverso un sito internet è fondamentale per costruire e rafforzare la propria brand identity e si declina grazie a struttura, grafica, testi ed immagini che su sito e carta puoi personalizzare totalmente.

Nei social invece hai poco spazio di personalizzazione, e quasi nessuna possibilità di esser trovato da una ricerca. Sul sito infatti le persone arrivano sia in maniera diretta (biglietto da visita, brochure, passaparola, networking…), che grazie all’ottimizzazione per i motori di ricerca, la famosa SEO: Search Engine Optimization.

Quando un utente ha un problema cerca la soluzione su Google. Apparire fra questi risultati (eventualmente pagando Google) è la maniera migliore per poter vendere i tuoi prodotti.

 

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La checklist indispensabile dei siti

Ok hai deciso di fare un sito o di revisionare quello che hai. Da dove iniziare? Ecco 6 punti chiave da affrontare alla partenza.

1) La prima cosa che devi fare per garantire al brand autorevolezza è comprare un dominio con il nome del tuo marchio. In questo modo potrai creare la mail aziendale come ad es. info@nomeazienda.it .

2) Prima di stilare i contenuti valuta di impiegare la cosiddetta “struttura landing page” per le pagine destinate ai servizi / prodotti. La suddetta struttura è la più esaustiva e convincente per gli utenti. Una volta definite le sezioni saprai quali informazioni raccogliere o creare.

3) Ai motori di ricerca e agli utenti piacciono molto anche i blog informativi aziendali. I motori offrono un premio sul posizionamento ai siti con blog; gli utenti apprezzano i brand autorevoli nei rispettivi campi di competenza. Attenzione alla trappola: non tutti i professionisti hanno il tempo e le risorse per sostenere una produzione continua di articoli, per cui prima di creare il blog valuta se riuscirai a mantenere l’impegno nei mesi.

 

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4) Poni molta attenzione all’obiettivo del sito: un sito vetrina di solito ha come obiettivo di convincere l’utente a prendere contatto. Un ecommerce ha quello di vendere. L’obiettivo influenza la struttura di pagine e paragrafi. Devi creare molteplici percorsi che invitino sempre a prendere contatto o ad acquistare!

5) Da un punto di vista dello storytelling, soprattutto se hai già un sito, rileggi tutti i contenuti e poniti queste domande:

  • Rispecchia e valorizza davvero la tua professionalità e il tuo approccio?
  • Racconta davvero chi sei, o elenca frasi generiche sentite mille volte?
  • Ti rende unico rispetto i competitor?

6) Da mobile (smartphone o tablet) è vitale che il sito si adatti a ogni tipo di schermo, ovvero sia responsive. Man mano che la finestra/schermo si restringe, gli oggetti iniziano ad impilarsi, fino a stare tutti in colonna. Questo garantisce la miglior leggibilità in ogni occasione. È anche necessario che il sito carichi in pochi secondi. Il tuo sito come si vede/vedrà da mobile?

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Scopriamo WordPress: caratteristiche e vantaggi

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Cosa è un sito? Un sito è semplicemente un software in esecuzione su un computer detto hosting. Scrivere da zero questo software lo renderebbe inutilmente costoso e difficilmente manutenibile, un po’ come reinventare tutte le volte la ruota. Per questo motivo per fare un sito solitamente si sceglie un CMS (Content Management System).

Esistono diversi tipi di CMS; alcuni sono generalisti, altri specializzati in compiti particolari come gli e-commerce. Probabilmente quello che hai sentito nominare più spesso è WordPress: si tratta del CMS più popolare in assoluto con più del 43% di tutti siti del mondo, e oltre il 63% di quelli realizzati con CMS. Nonché quello che consente la massima semplicità d’uso e aggiornamento anche per i non esperti.

 

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Sotto al cofano

Una piattaforma CMS come WordPress si basa su un programma scritto con un linguaggio di programmazione (PHP e JavaScript) che interagisce con un database, ovvero una serie di tabelle in cui tutti i contenuti del sito sono strutturati in righe e colonne. Ogni volta che un utente apre una pagina o fa una ricerca, il Content Management System interroga il database, andando a recuperare le informazioni richieste e assemblandole sulla pagina web con tutti i file che forniscono l’aspetto grafico del sito (font, foto, testi, paragrafi, formattazione…). Questa che abbiamo appena semplificato è l’infrastruttura del CMS, ovvero quello che sta “sotto il cofano” del sito e con cui di solito interagiscono solo gli esperti.

Gli unici a interagire con l’infrastruttura del CMS sono i tecnici, poiché mantengono il software aggiornato e al sicuro da attacchi hacker.

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Tipologie di CMS in base alla licenza d’uso

Esistono moltissimi CMS che permettono di creare un sito. Possiamo dividerli in tre grandi categorie:

  1. Open-source: si tratta di Content Management Systems senza costi di licenza e il cui codice sorgente è accessibile da chiunque. Sono software collaborativi, migliorati e aggiornati da consorzi e community di appassionati. WordPress e Prestashop sono due esempi di CMS open-source.
  2. Proprietario: al contrario dei primi, in questo caso il codice sorgente è nascosto e il CMS può essere usato solo dietro pagamento di una chiave di licenza.
  3. Software-as-a-Service: anche più semplicemente conosciuti come SaaS, sono piattaforme che esistono nel cloud. L’utente paga un canone mensile o annuale e il fornitore, oltre a tenere attiva la piattaforma, si occupa dell’hosting e del supporto tecnico. Alcuni esempi di questi sono Shopify, Wix, Google Sites

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I punti di forza di WordPress in breve

Il successo incontrastato di WordPress dipende dalla gran quantità di benefici, che ne compensano i pochi svantaggi.

Vediamo i principali:

  • Rilascio di codice sempre aggiornato grazie al lavoro della WordPress Foundation.
  • Ampissimo ecosistema di funzionalità aggiuntive applicabili tramite plugin gratuiti o dal costo relativamente basso.
  • Compliance legale semplificata con le leggi di ogni Stato.
  • Possibilità di disegnare le pagine con editor grafico a blocchi, anziché dover scrivere codice html.
  • Ampia disponibilità di temi grafici gratuiti e a pagamento, tutti nativamente Responsive.
  • Editor di testi completo e semplice da usare.
  • URL permanenti che aiutano l’ottimizzazione per i motori di ricerca, e facile sistema di reindirizzamento.
  • Gestione nativa dei contenuti dinamici tramite categorie e tag.
  • Struttura orientata alla SEO, con possibilità di intervenire di default fin nei dettagli.
  • Supporto multi-autori.

E gli svantaggi?

Principalmente il peso sul server, che costringe a investire su un hosting carrozzato per far girare velocemente il sito. E il fatto che essendo il sistema più usato al mondo, è anche il più bersagliato dagli “hacker”.

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Approfondiamo alcuni vantaggi, vista la loro importanza

Perché i vantaggi competitivi appena visti sono tanto determinanti da rendere WP così popolare?

  • La disponibilità di un grande numero di plug-in. I plug-in sono delle estensioni che si possono installare per aggiungere funzionalità: sistemi di prenotazione, visualizzatori per oggetti 3D, sistemi di recensioni, ecommerce, elearning… I plugin, quando a pagamento, costano 1/10 o anche meno rispetto lo sviluppo e la manutenzione di un software scritto ad hoc da un programmatore.
  • L’interfaccia di backend. Perfezionata negli anni, è rapida e intuitiva, ottimizza i tempi di sviluppo abbassando così i costi, e consente ai clienti di poter caricare prodotti e/o apportare facilmente modifiche in totale autonomia.
  • Indicizzare un sito WordPress è un procedimento che, se conosci la SEO, fila liscio come l’olio, a differenza di altri CMS che fanno davvero penare. Il sistema è nativamente SEO friendly grazie a categorie e tag e, con l’aggiunta di un solo plugin, consente ogni minima regolazione. Con benefici anche su tutti i contenuti dinamici come blog post, news e prodotti dell’ecommerce.
  • Temi, plugin e core di WordPress sono di continuo aggiornati per stare al passo delle novità tecnologiche dei dispositivi e dei browser. La community WordPress in questo è assolutamente unica al mondo, poiché nessun ecosistema software si aggiorna così velocemente migliorando in termini qualitativi come WP.

Leggi anche l’articolo: Unique value proposition: cosa è e perchè ogni azienda deve averla

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Hosting: cosa è, come funziona, tipologie

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Ogni sito web ha bisogno di un servizio hosting, ovvero di un computer (un server) in cui viene eseguito il codice necessario a far funzionare il sito (che è un programma).

Un servizio di web hosting deve essere: potente, sicuro e affidabile.

  • Potente, perché il sito deve caricare velocemente, quindi il server deve poter sostenere tutto il traffico di utenti (e bot) che lo visitano mettendo a disposizione CPU, RAM e Banda adeguati. Oltre a fornire tutto lo spazio di archiviazione che il sito richiede, sopratutto perché oggi i siti sono pieni di foto dal peso non indifferente.
  • Sicuro, perché tutti i siti indicizzati (anche male) sono bersagliati di continuo da cyber-attacchi.
  • Affidabile, poiché il server deve implementare diversi sistemi di backup dei dati, in caso di hackeraggio o malfunzionamento.

A prescindere da quale sia il tipo di hosting, tutti i siti dovrebbero avere un backup incrementale cloud a lunga retention. Ovvero un sistema di salvataggio preventivo e continuo delle informazioni caricate sul sito così che, in caso di hackeraggio, il sito possa essere ripristinato senza perdere il lavoro svolto nel corso di mesi e anni di gestione e, se memorizzati, salvaguardare i dati degli utenti.

 

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Spiegare come funziona un server è spiegare come funziona internet

Cosa succede quando digiti sulla barra del browser l’indirizzo di un sito web? Accade che l’URL (indirizzo) viene trasformato in indirizzo IP, il tuo computer ne contatta un altro e riceve i dati del sito.

Quando digiti www.geofelix.com, il browser interroga i DNS (Domain Name Server) e questi traducono l’URL in indirizzo IP, ovvero identificano il server dentro cui è ospitato il sito, così che il browser possa contattarlo chiedendogli di vedere il sito di Geofelix. A questo punto il server accoglie la richiesta e trasmette il contenuto della pagina web richiesta in formato HTML.

Nel caso ad esempio di WordPress quindi, il server elabora il codice del sito, unisce tutti i file e le risorse grafiche, crea una pagina HTML e la invia al tuo computer o al telefono. Questo (e molto altro) è quello che accade nei secondi in cui aspetti il caricamento di una pagina. La velocità di apertura dipende quindi dal server (hosting), dal software del sito (la particolare configurazione di WordPress che il sito usa) e dalla velocità della tua connessione.

 

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Perchè è importante che il sito funzioni sempre

Il termine Uptime definisce l’intervallo di tempo in cui il sito è stato ininterrottamente attivo e raggiungibile. Un sito veloce a caricare, sempre raggiungibile dai motori di ricerca e dagli utenti, è valutato come affidabile e premiato sia nelle ricerche, che nella percezione del marchio.

Un sito che ha problemi di accesso, o è lento al contrario viene penalizzato e crea problemi di reputazione. Per questo motivo la scelta dell’hosting è importante tanto quanto il design del sito.

 

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Tipologie hosting web

Esistono 4 tipologie di hosting web:

  1. Spazio hosting condiviso
  2. Hosting Cloud & VPS
  3. Server dedicato
  4. Hosting dedicato condiviso

Per scegliere quello più adatto, bisogna valutare tre fattori:

  • La complessità del sito: ovvero quanto è grande e articolato, se comprende molti video o immagini; se ha molte pagine o solamente due o tre; se ha funzioni speciali che richiedono maggior potenza di calcolo o interazione, come un ecommerce o un portale di e-learning.
  • Il traffico previsto: ovvero il numero di persone che prevediamo lo visiteranno, anche in base alle campagne pubblicitarie che pianifichiamo di mettere in campo.
  • La crescita prevista: ovvero se si tratta di un sito che rimarrà sempre più o meno uguale a se stesso in termini sia di contenuti, che di traffico, oppure se il suo obiettivo è quello di espandersi il più possibile, tramite una sezione blog e news o mediante l’aggiunta di nuovi prodotti.

 

Hosting condiviso – vantaggi e svantaggi

Lo spazio hosting condiviso è la soluzione più economica per un servizio di hosting, scelta di solito da chi ha un sito amatoriale. Il server viene condiviso con più siti web contemporaneamente a discrezione del provider.

L’unico vantaggio è il costo, mentre gli svantaggi più grandi sono legati alla mortale lentezza e all’impossibilità di sostenere volumi di traffico più che minimi. Un numero discreto di utenti contemporanei inizia cioè a far rallentare il sito fino a mandarlo offline, anche con una semplice campagna Google Ads da una decina di euro al giorno.

Su un tale hosting anche la gestione da parte del proprietario è lenta e farragginosa, e il backup poco affidabile. Questa soluzione espone inoltre a un rischio non controllabile. Essendo le risorse sull’hosting condiviso limitate e, appunto, condivise, appena uno degli altri siti presenti sulla stessa macchina richiede più potenza del solito, tutti i “coinquilini” iniziano ad avere dei problemi di accesso e connessione.

La combinazione di tutti questi fattori rende difficile guadagnare posizioni sui motori di ricerca e mina la credibilità con gli utenti, per cui sconsigliamo sempre alle imprese di utilizzare questo tipo di servizi.

 

Hosting cloud & VPS

Il web hosting in cloud è una delle novità degli ultimi anni. Nei fatti simile a una soluzione con server dedicato (occorre un sistemista che configuri una installazione Linux e faccia continuamente manutenzione), ne differisce in quanto la macchina che fornisce CPU, RAM, Banda e HDD non è una macchina fisica, ma una porzione di risorse di un datacenter. Il fatto che la macchina sia “Virtuale” consente di scalare la capacità di un cloud hosting quasi all’infinito, poiché non vi è una limitazione hardware al server che elabora il sito.

I provider conoscono bene il valore della versatilità di questo servizio, per cui ad oggi questa è la soluzione più costosa sul mercato, proprio per la sua versatilità.

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Hosting su server dedicato

Il server dedicato è una strada percorsa da due tipi di realtà: siti con molto traffico e grandi aziende che gestiscono internamente tutto il processo di setup e gestione del server. Questa è la soluzione più complessa poiché richiede il maggior impegno e manutenzione a chi gestisce il server, ma rappresenta la soluzione con il miglior rapporto qualità/prezzo se già si dispone internamente dell’esperienza informatica richiesta.

Consente inoltre di ottimizzare e personalizzare performance e configurazione del server, e un backup / ripristino in tempi rapidissimi, sempre grazie al lavoro del sistemista che gestisce l’infrastruttura.

 

La soluzione smart: host dedicato condiviso

Immagina di avere tutti i vantaggi di un hosting dedicato a una frazione minima di quel costo.

Sarebbe un sogno eh?

Questa è la soluzione che offrono alcune web agency (come noi) ai propri clienti: creiamo un server dedicato, razionalizziamo le risorse e le mettiamo in condivisione solo fra i siti che gestiamo direttamente. Con configurazioni personalizzate dal sistemista così da garantire alte performance. Questa soluzione consente Cache di livello server e backup incrementale cloud a lunga retention. Così da offrire velocità, affidabilità e costi sostenibili per una PMI.

Un vero turbo per il web

La cache di livello server è un sistema per far caricare i siti in maniera molto rapida. Un programma che gira sul server effettua continuamente la scansione di tutti i siti in esso presenti e ne memorizza le pagine.

Quando un utente vuole consultare una pagina, gli viene fornita la copia già pronta così da evitare di attendere che WordPress la elabori per rispondere alla richiesta, risparmiando parecchi secondi di caricamento. Questa soluzione, tipica degli hosting dedicati, rende veloci e comodi da consultare i siti in essi ospitati.

Leggi anche l’articolo: CMS WordPress: definizione, caratteristiche, vantaggi

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7 motivi sul perché dovresti aggiornare il tuo sito web

Negli ultimi 15 anni il mondo, e quindi anche internet, hanno iniziato a cambiare alla “velocità della luce”. Il web del 2018 sembra preistoria rispetto ad oggi in termini di dati disponibili, minacce, accessibilità, strumenti, indicizzazione, design… Questi cambiamenti impongono che per mantenere un’immagine “professionale” occorre aggiornare con continuità tutte le properties digitali, fra cui il sito. E siccome le checklist piacciono tanto ai lettori, ecco 7 punti chiave da tenere a mente nella gestione delle proprietà digitali, aziendali e non.

1 – Mantenere fresco il design

Come nell’abbigliamento, anche il web è percorso da mode; trend grafici e visivi che fanno percepire un sito come vecchio o come nuovo. Ripensare al layout e alla grafica del proprio sito significa essere percepiti dalle persone come un brand vivace, attento ai trend, fresco, dinamico, coinvolgente.

Inoltre per i siti con utenti che ritornano, tenere aggiornati foto e testi è un modo per stimolare la curiosità e dimostrare dedizione.

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2 – Irrobustire la sicurezza del sito web

Spesso si aggiornano i siti per rinforzarne la sicurezza. Esattamente come i sistemi operativi e i browser, anche i siti hanno bisogno di rivedere in continuazione il modo in cui si proteggono da malware e attacchi di hacker e bot. Le minacce si fanno sempre più sofisticate anche grazie all’AI e al costo irrisorio dei server; e i rischi sempre più elevati: basti pensare che se si perdono dati sensibili di clienti, va fatta denuncia al Garante della Privacy per Data Breach.

In ambiente WordPress i plugin, temi e lo stesso core ricevono aggiornamenti pressocché giornalieri: è importante quindi da un lato avere dei backup giornalieri di lunga durata (retention) per poter sempre tornare indietro in caso di incompatibilità, dall’altro far avanzare il sistema con aggiornamenti frequenti. Aggiornare il codice aiuta anche a mantenere la miglior compatibilità con i browser, anch’essi in continuo mutamento.

 

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3 – Aumentare la velocità

Uno dei motivi meno comuni, ma non per questo meno importante per aggiornare i siti web, è per renderli più veloci. Plug-in obsoleti, funzionalità non più utilizzate e risorse pesanti rallentano i tempi di caricamento del sito, mentre le persone sono sempre più impazienti e abbandonano la navigazione se la pagina pagina non si apre in pochi secondi. L’aggiornamento che permette di aumentare la velocità è sia tecnico, che contenutistico, ed è un lavoro “in punta di bisturi”.

Anche pagine con immagini troppo pesanti e non ottimizzate per il web rallentano le prestazioni, però anche l’occhio vuole la sua parte: quella che per i tool è considerata un’immagine ottimizzata, spesso per l’occhio è una foto sgranata. Sta all’esperienza capire dove si può risparmiare, e dove conviene investire in qualità e peso.

4 – Rieditare i contenuti in ottica SEO

Gli aggiornamenti dei siti web si fanno anche per migliorare il posizionamento sui motori di ricerca. Innanzitutto è bene rivedere la struttura delle pagine per capire se i titoli, i testi di pagine e post, e i link interni siano correttamente posizionati secondo le regole empiriche della SEO, e se qualcosa è cambiato nelle abitudini degli utenti. Poi è bene avere dei contenuti sempre nuovi sul proprio sito: una landing page dedicata ad un nuovo servizio o prodotto, articoli di approfondimento, nuovi paragrafi più chiari o più completi, nuove immagini da posizionare negli slideshow e così via.

Il beneficio è sia lato utente, che lato algoritmico: Google ama i siti che aggiornano e manutengono il contenuto e li premia donando migliori posizioni. Effettuate le modifiche, una campagna di link building aiuta a far percepire meglio ai motori di ricerca i cambiamenti apportati.

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5 – Riflettere l’evoluzione del brand

Quando un brand è vivace cambia spesso volto. Può cambiare il look delle foto che accompagnano i prodotti/servizi, il tono di voce dei testi, oppure subire restyling più radicali che interessano il logo, i font, i colori o l’intera brand identity. Eh si: tutti i più grandi brand si adeguano ai tempi evolvendosi (basti pensare all’evoluzione di Ford, Coca-Cola, Apple…), e la regola vale anche per i più piccoli.

Oltre l’aspetto puramente comunicativo c’è quello commerciale: un brand nel tempo evolve la propria offerta di prodotti e servizi, prezzi, e target di mercato. Di conseguenza è utile aggiungere o rimuovere i contenuti in accordo alle strategie commerciali, poiché l’azienda è una e deve parlare con una sola voce, ben chiara e centrata.

6 – Raccontare una storia più interessante o calzante

Sulle properties digitali, e quindi anche sul sito, lo storytelling aziendale va aggiornato anche in funzione della storicità dell’azienda e della composizione ed esperienza del team e dei prodotti.

Mentre l’azienda appena nata punterà magari di più sulla rottura, sulla discesa in campo rivoluzionaria, la stessa azienda dopo un po’ di anni di rodaggio potrà far valere l’esperienza positiva di una mole consistente di clienti, mettendo più in risalto le tante recensioni positive che si spera abbia nel frattempo raccolto, e che per ovvi motivi non erano presenti all’avvio.

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7 – Raggiungere nuovi clienti in maniera più efficace

Come detto in precedenza, la struttura migliore per le pagine del sito è sempre quella a Landing Page. Se si prende la decisione di indirizzarsi verso un nuovo mercato è quindi buona norma creare una nuova versione della pagina costruendola intorno ai nuovi clienti che si vogliono attirare.

Occorre puntare sui benefici che queste nuove Personas considerano più importanti, fornendo casi di successo e recensioni indirizzate al nuovo target di mercato.

Come sempre, è il cliente al centro!

Leggi anche l’articolo: Meccanismo unico marketing: perché è fondamentale per vendere

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Recensioni online: importanza e gestione

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Sostenere che nel marketing contemporaneo le recensioni online possano fare la differenza tra il successo e il fallimento di un’attività commerciale può sembrare un’affermazione esagerata. Tuttavia non è così. Le recensioni giocano un ruolo centrale nel processo di costruzione della reputazione aziendale e il loro impatto è centrale in ogni strategia.

Favorire il rilascio di una recensione positiva da parte di un cliente soddisfatto è quindi un aspetto fondamentale. Per ottenerla il punto di partenza è sempre un’offerta di qualità, ma questo non basta. Una buona strategia di marketing digitale deve integrare degli elementi che stimolino attivamente la clientela a lasciare una recensione online per rafforzare l’identità del brand, aumentarne l’appetibilità e facilitare l’acquisizione di nuovi clienti.

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Recensioni online: perché sono importanti

Per capire davvero perché le recensioni online sono importanti, bisogna partire dall’analisi delle abitudini di acquisto dei consumatori. Ecco i dati di alcune ricerche:

  • Più del 90% afferma di affidarsi a internet per prendere decisioni. Queste possono riguardare prodotti da acquistare, locali da frequentare, scuole a cui iscrivere i figli o anche quale medicinale da banco comprare in base a un sintomo;
  • Il 93% consulta le recensioni per valutare le attività locali;
  • L’84% dichiara di reputare le recensioni online attendibili tanto quanto il consiglio di un amico;
  • Il 68% è disposto a pagare di più se l’azienda è ben recensita;
  • Il 50% sostiene di sentirsi più motivato da una recensione positiva, che da uno sconto.

Oltre al comportamento dei consumatori, è stato studiato anche l’effetto dalle recensioni sull’attività di un brand. Nel caso di una valutazione complessiva negativa si parla di una perdita che supera il 50% dei potenziali clienti, con ovvie conseguenze su fatturato e competitività sul mercato. Viceversa, man mano che le recensioni positive si accumulano, un prodotto può aumentare il proprio potenziale di conversione del 270%.

Ma c’è di più. I consumatori non sono gli unici a vedere di buon occhio una somma di recensioni positive. Google e gli altri motori di ricerca mettono in cima ai risultati di ricerca attività e prodotti con un maggior numero di feedback favorevoli. Ciò avviene anche perché le recensioni online tendono a contenere keywords naturalmente correlate ai contenuti, oltre a essere viste dal motore di ricerca come contenuti freschi, a riprova dell’attività e dell’affidabilità del sito e della scheda sulla mappa.

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Come stimolare il cliente a lasciare una recensione online

Una volta chiarita l’importanza delle recensioni online bisogna chiedersi come portare il cliente a scriverne una. Non tutti i consumatori sono ugualmente propensi a farlo, ma alcuni potrebbero scegliere di impiegare qualche minuto del loro tempo se adeguatamente stimolati. Un elemento fondamentale da considerare è la modalità di contatto.

Se ad esempio si lavora in una sede fisica, si può chiedere al cliente, in maniera diretta, di lasciare una recensione su Google, o su aggregatori come Tripadvisor, TrustPilot o Google My Business suggerendo di inquadrare un codice QR stampato e posizionato a portata di mano vicino alla cassa.
Analogamente, si può sfruttare come gancio un commento positivo sugli account social per chiedere di esprimere la propria soddisfazione sotto forma di recensione.

Altri modi per chiedere una recensione, consistono nell’invio di email, sms o messaggi automatici per chiedere di recensire il prodotto e l’esperienza d’acquisto subito dopo l’acquisto o dopo che si è utilizzato il prodotto/servizio. Queste strategie devono tenere conto del tempo che al cliente necessita per valutare il proprio grado di soddisfazione. Se ad esempio il consumatore ha acquistato un prodotto elettronico, è probabile che gli serva qualche settimana per testarlo al meglio prima di essere disposto a lasciare una recensione. Viceversa, se si vuole ricevere la valutazione di un servizio di delivery o di un massaggio presso il centro estetico, si può procedere con l’invio poco dopo l’avvenuta consegna del prodotto / erogazione del trattamento.

 

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Recensioni online: come gestire le recensioni negative

Nell’epoca della reputation economy, la recensione online non è dunque da intendere semplicemente come una componente della brand identity. Essa è piuttosto una vera e propria leva per aumentare le vendite, nonché un’occasione per correggere eventuali errori e scalare l’offerta in base all’opinione dei clienti. Ma cosa fare in caso di recensioni online negative?

È importante fare una doverosa premessa: a prescindere da qualità e strategie, prima o poi la temuta “Una stella su cinque” arriverà. Se però questo è inevitabile, fosse anche solo per gli hater o competitor che osteggiano il brand, sapere gestire una recensione negativa in maniera costruttiva è essenziale.

Innanzitutto, è fortemente consigliato rispondere anche a queste recensioni, mantenendo un atteggiamento calmo e neutrale e utilizzando un tono di voce coerente con la comunicazione aziendale. Se l’esperienza dell’utente non è stata positiva, è inutile negarla o contraddirla per principio: meglio scusarsi, chiedere ulteriori dettagli e mostrarsi interessati a risolvere quanto accaduto.

In generale è importante ascoltare il cliente deluso e mettersi nei suoi panni. A seconda dell’occasione si può suggerire al consumatore di consultare il servizio assistenza oppure, nel caso di una struttura ricettiva o di un ristorante, si può invitarlo a tornare per una seconda possibilità, magari ingolosendolo con una promozione o suggerendogli un’alternativa nel menù.

Una cosa da tenere a mente è che non è quasi mai possibile cancellare le recensioni negative. Per quanto spiacevoli, specialmente se in minoranza, esse vanno quindi sempre trasformate in una risorsa grazie alla risposta che si può offrire al recensore.
Molti consumatori hanno difatti affermato di non fidarsi di brand con il 100% di valutazioni positive, perché percepito come non autentico, per cui rispondere a una recensione negativa aiuta a inquadrare l’azienda e a dare un contesto all’esperienza negativa del consumatore che potrebbe magari essere conseguenza di un’aspettativa irrealistica o di un episodio non direttamente correlato all’operato del brand, ma ai capricci del cliente.

Leggi anche l’articolo: Rebranding: significato, strategie, esempi

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Rebranding: significato, strategie, esempi

Nella vita come nel marketing tutto cambia, compresa l’immagine con cui un’azienda si presenta al mercato. Quando questo accade, si parla di “Rebranding”, ovvero di una serie di operazioni che conducono a un aggiornamento dell’identità del marchio. Tale concetto può in primis sembrare controintuitivo, in quanto un brand in genere si dice che debba rimanere coerente con i suoi segni, colori e valori per mantenersi come riferimento per il cliente, ma è in realtà questo cambiamento è la conseguenza della continua evoluzione del mercato, o dell’azienda stessa.

Nell’intraprendere un processo di rebranding, strategie efficaci di marketing sono una necessità impossibile da trascurare. L’azienda deve trovare il giusto equilibrio tra novità e continuità, in modo da generare un cambiamento senza però perdere il legame con la sua storia e la sua base consolidata di utenti e di fiducia.

Rebranding – significato

Il rebranding può anche essere un’azione di rivitalizzazione della marca, una vera e propria operazione strategica generata da una o più motivazioni:

  • Apertura del brand a nuovi mercati.
  • Espansione del proprio target di riferimento.
  • Cambiamenti occorsi nel settore dove il brand opera.
  • Rinnovamento del proprio modello di business.
  • Evoluzione della linea di prodotti, eventualmente accompagnata da un riposizionamento di mercato.
  • Acquisizione di una significativa esperienza nel settore, o di una considerevole quota di mercato.

Iniziative di rebranding possono pertanto presentare caratteristiche e portata anche notevolmente differenti. In alcuni casi il rebranding coincide con un restyling limitato alla componente visuale dell’azienda; in altri invece il cambiamento può essere più profondo, con l’obiettivo di ridefinire la value proposition stessa del brand.

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Rebranding strategie e tipologie

Si possono identificare due tipologie di rebranding, teorizzate da Muzellec e Lambkin nel corso dei loro studi sull’argomento:

  • Rebranding evolutivo: rientrano in questo gruppo cambiamenti più discreti e quindi meno percettibili come una discontinuità dai clienti. Si realizzano in genere modificando gli elementi grafici (Marking Aesthetics). Sono dunque al centro del rebranding evolutivo: logo, font, colori o packaging. Questo tipo di azione può riguardare anche elementi testuali quali claim o payoff.
  • Rebranding rivoluzionario: fanno parte di questa categoria le operazioni rebranding più radicali, che portano volendo a un riposizionamento sul mercato e a un cambiamento più netto e percepibile. In alcuni casi, l’azienda potrebbe addirittura cambiare nome.

Alla precedente, si affianca un’ulteriore suddivisione proposta dal The Economic Times:

  • Rebranding proattivo: in questi casi le aziende decidono di rinnovare la propria brand identity sulla base di valutazioni interne. Sono i casi in cui si vuole raggiungere un nuovo mercato, rinnovare il target con un prodotto o un’intera linea di prodotti innovativi o più in generale evolvere il proprio business.
  • Rebranding reattivo: la causa del rebranding proviene in questo caso da cambiamenti esterni. Esempi validi possono essere la fusione con un’altra azienda, un problema legale nell’uso del vecchio marchio, un’innovazione nel mercato (magari apportata dai competitor diretti) o un grande cambiamento nel target di riferimento.

Qualsiasi sia la tipologia, è importante che esso venga realizzato per raggiungere degli obiettivi precedentemente fissati. Le strategie di rebranding devono tenere anche conto di come si comportano i competitor e le buyer personas. In fase di programmazione è altrettanto importante definire con attenzione il budget da allocare al progetto di rebranding e curare una comunicazione efficace, che renda chiaro il cambiamento al proprio pubblico.

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Rebranding: quando effettuarlo

Data l’eterogeneità di fattori che determinano il posizionamento sul mercato di un’azienda, non esiste una regola universale che stabilisce quando fare rebranding. Innovazione, strategie di mercato, svecchiamento del brand, sono tutti elementi che determinano il tempismo del processo di rivitalizzazione della marca.

In genere, per quanto un’azienda possa essere coerente nel tempo, è auspicabile un periodico rebranding. Il logo ad esempio è una delle componenti della brand identity più spesso soggetta a revisioni, visto anche l’impatto relativamente più contenuto della modifica del simbolo, e la facilitò con cui si può comunicare l’operazione.
Modificarlo o ridisegnarlo può essere un modo per veicolare ancora più attenzione sul lancio di un nuovo prodotto, sull’apertura di un nuovo touchpoint o semplicemente può coincidere con il desiderio del brand di restare al passo coi tempi.

Nel caso di rebranding reattivi il cambiamento è peraltro obbligatorio: in occasione di fusioni aziendali, crisi reputazionali o di un’espansione su nuovi mercati sono i fattori esterni a indicare la necessità di cambiare qualcosa.

Rebranding – esempi

Analizziamo infine, per comprendere ancora meglio come fare rebranding, esempi pratici che riguardano grandi marchi. Un caso particolarmente interessante è quello di Alitalia. Trasformatosi in ItaAirways, dopo il rebranding la compagnia di bandiera nostrana ha mantenuto un logo con stile e colori simili, per comunicare continuità nell’innovazione. Al contempo, la livrea degli aerei è stata ricolorata di azzurro, per esaltare l’italianità dell’azienda.

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Quello di Burger King è invece un caso di rebranding di logo realizzato per adeguarsi ad un’estetica più contemporanea. Nel 2021, dopo circa 20 anni, la catena di fast food ha abbandonato il vecchio design tipicamente anni ’90 in favore di un’alternativa più minimale, mantenendo però in buona parte i colori classici.

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La ricerca di un’estetica più essenziale e diretta ha interessato anche molte società sportive, che nel marketing moderno sono equiparabili a veri e propri brand. Un esempio recente è quello dell’Inter che, specie per rendersi più riconoscibile sui mercati asiatici, ha stilizzato il suo logo dando risalto alle lettere “I” ed “M” per rinsaldare il legame con la città di origine e con la vocazione internazionale della squadra.

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Ultimo esempio di rebranding, il logo di Peugeot dopo la fusione con FCA e la nascita del gruppo Stellantis. In questo caso il design più aggressivo cerca di esaltare l’anima più sportiva dell’azienda, segnando di fatto un riposizionamento sul mercato del brand francese che altrimenti rischiava di essere troppo in sovrapposizione con gli altri brand del gruppo Stellantis.

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Siti responsive: caratteristiche, vantaggi ed errori da evitare

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Se lavori nel digital marketing, avrai sicuramente sentito parlare di “siti responsive”. Il web design si è evoluto negli anni per tenere conto del cambiamento delle abitudini di navigazione degli utenti. Quando oggi si crea un sito responsivo, ignorare l’ottimizzazione mobile sarebbe un grave errore, dal momento che gran parte del traffico viene proprio da smartphone e tablet.

Un sito responsive deve pertanto rispondere a determinati standard tecnici, raggiunti attraverso un’accurata fase di test ottimizzazione mobile, così da garantire una user experience coerente e omogenea indipendentemente dal dispositivo dell’utente.

Siti responsive: cosa sono

I siti web responsive sono caratterizzati da layout reattivi in grado di adattarsi in maniera automatica alla dimensione della finestra del browser del dispositivo attualmente in uso. L’ottimizzazione del sito per mobile garantisce quindi la resa visiva delle immagini, la leggibilità dei testi e la fruibilità generale senza richiedere all’utente ridimensionamenti o altri aggiustamenti manuali, come ad esempio lo zoom con le dita su schermo.

Il processo di ottimizzazione sito web per mobile non è però sinonimo del semplice scalare elementi grafici e testuali su schermi diversi vengono utilizzate griglie flessibili e media queries CSS che permettono al sito web responsive di funzionare perfettamente sui browser mobile. A questo proposito, è importante sottolineare la differenza tra responsività e adattività. Un sito adattivo prevede infatti la programmazione di diversi template. Una volta che il sito riconosce il device in uso, propone all’utente il layout più adatto. Questa soluzione tuttavia garantisce un adattamento limitato, specialmente in caso di schermi di dimensioni intermedie o di nuove generazioni di dispositivi.

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Siti responsivi: vantaggi

La progettazione di siti web responsivi mette al centro l’esperienza di navigazione dell’utente. Il vantaggio principale sarà dunque quello di offrire ai propri visitatori una pagina di semplice fruizione, con informazioni chiare e raggiungibili in pochi tap. Massimizzare la resa del tempo trascorso dall’utente e ridurre al minimo il bounce rate della pagina è fondamentale. In questo modo sarà più probabile che i visitatori compiano azioni cruciali per il successo della nostra attività, come ad esempio acquistare un prodottoiscriversi a un servizio o rilasciare i propri dati personali.

L’ottimizzazione mobile non è comunque solo una questione di estetica o comodità. Un sito web responsivo ha molte più possibilità di posizionarsi in alto nella SERP, garantendo di conseguenza un maggiore afflusso di visite. Questo accade perché i motori di ricerca non considerano solo i contenuti del sito, ma anche l’usabilità e l’accessibilità dello stesso. Un sito responsivo e mobile friendly restituisce quindi caricamenti più veloci e performance ottimali su qualsiasi dispositivo, aumentando la propria autorità agli occhi di Google.

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Sito responsive: gli errori da evitare

L’ottimizzazione di un sito web per il mobile è un processo minuzioso, che richiede la professionalità di una web agency specializzata. Bastano pochi errori per compromettere il risultato finale. Eccone alcuni tra quelli che si riscontrano più di frequente:

  • Errori di formattazione: Indipendentemente dallo smartphone o dal tablet utilizzato, uno schermo di un dispositivo mobile è più piccolo del monitor di un PC. Per questo motivo è necessario dare priorità alla leggibilità utilizzando caratteri grandi, con un’ampia interlinea e una buona spaziatura. La regola generale è che l’utente deve essere capace di leggere i testi istantaneamente, evitando zoom manuali.
  • Errori di layout: Data la natura touch dei dispositivi mobile, gli elementi selezionabili (pulsanti, link…) di un sito responsive devono essere ben distanziati tra di loro, così da ridurre la possibilità di errore. Non bisogna poi dimenticare di inserire elementi come il “Menu hamburger”, o le icone che rimandano ai canali social. In questo modo i contenuti del sito saranno sempre ben visibili e facilmente accessibili anche sugli schermi più piccoli. Inoltre alcuni elementi che funzionano da Desktop non sono visualizzati correttamente da Mobile: è il caso degli effetti di mouse hover.
  • Errori tecnici: Difetti di programmazione del sito o il caricamento di elementi multimediali troppo pesanti possono inficiare gravemente la fluidità della navigazione. Per questo motivo è importante monitorare costantemente le prestazioni delle pagine del sito web responsive e procedere con eventuali aggiornamenti e manutenzione.
  • Errori di ottimizzazione: Infine è importante dedicare il giusto tempo ai test di ottimizzazione mobile. Ne esistono numerosi, forniti sia da Google che da terze parti. Non testare a dovere il sito significa correre il rischio che esso non funzioni a dovere su alcuni dispositivi, compromettendone la resa generale e il posizionamento sui motori di ricerca.

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Sito responsivo: alcuni esempi

In chiusura, ecco tre esempi di siti web responsive su cui abbiamo personalmente lavorato:

  1. Nel caso del sito di Davide Marino, esperto in career coaching umanistico, abbiamo strutturato il layout in modo da riprodurre un dialogo tra professionista e potenziale cliente. Ogni scroll mette in evidenza un aspetto ben preciso della sua professione e dei servizi offerti, con elementi testuali in primo piano di facile lettura, per indirizzare i visitatori verso le aree di interesse. Anche le immagini di tipo emozionale sono ben in evidenza per comunicare direttamente con l’utente. Un layout mobile semplice, ma che resta impresso per l’intuitività di navigazione.
  2. Per il sito del laboratorio di analisi Genartis abbiamo privilegiato elementi grafici, come le icone del colore del brand, che potessero rendere immediatamente riconoscibili le prestazioni sanitarie offerte. I testi approfondiscono nella giusta misura i diversi servizi e sono funzionali a indirizzare l’utente verso le pagine specifiche. Il layout mobile è facilmente consultabile.
  3. Nel sito Geofelix abbiamo messo in primo piano il nostro approccio innovativo al marketing grazie a un copy essenziale e ben leggibile. Procedendo nello scrolling l’utente può scoprire i servizi offerti, che si integrano con immagini selezionate per esaltare le nostre peculiarità e l’indole creativa dell’agenzia. Un layout mobile colorato e dal forte impatto comunicativo.

L’ottimizzazione mobile è in definitiva uno degli elementi centrali della nostra filosofia di web design, che ci consente di esaltare l’individualità di ognuno dei nostri clienti, garantendogli al contempo performance eccellenti e un posizionamento ottimizzato su Google.

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Sito web dentista: contenuti, tono di voce ed errori da evitare

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Quando lavoriamo a fianco di uno studio dentistico, strategia, logo, progettazione grafica e tono di voce sono elementi centrali nella definizione della sua brand identity. Perché ogni dettaglio contribuisce a instaurare e rafforzare il rapporto di fiducia che lega il professionista sanitario ai suoi pazienti, a partire dal sito web per dentisti, il fulcro di tutta la comunicazione.

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Sito web per dentisti: contenuti e vantaggi

Quando parliamo di sito web per dentisti raramente parliamo di siti one page. Le pagine che popolano i menù dei siti di questo settore sono molte (come molti sono i servizi e le discipline offerte dagli studi dentistici moderni), e organizzate in maniera razionale: un accorgimento fondamentale per favorire la navigazione intuitiva.

Oltre la consueta pagina di benvenuto, la struttura del sito web di uno studio dentistico comprende generalmente:

  • Presentazione dell’attività e dello staff. Aggiungere una foto e una breve bio, permetterà ai clienti di iniziare a familiarizzare con il personale dello studio;
  • Info e approfondimenti su strumentazione, tecniche e terapie;
  • Informazioni utili, con particolare focus su quelle necessarie a tranquillizzare i pazienti più ansiosi;
  • Orari di ricevimento per appuntamenti e contatti.

Per gli studi dentistici con più sedi è inoltre importante la funzione di geolocalizzazione. Integrando ognuna di esse direttamente nella top bar, facilitiamo notevolmente la prenotazione ai clienti, che in pochi click potranno fissare una visita nello studio più vicino a loro.

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Progettazione grafica: come creare il logo dello studio dentistico

La progettazione grafica di un logo per studio dentistico è un aspetto di vitale importanza nel nostro lavoro di web agency. Sicuramente però in questo settore vigono delle norme (scritte e non scritte) a cui bisogna attenersi, a parte quelle canoniche che riguardano: leggibilità, riconoscibilità, armonia dei colori. Anche creare il logo dello studio dentistico trova la sua precisa collocazione nella strategia di comunicazione.

Nella fase preliminare concordiamo con il professionista sanitario quali sono i valori che vuole trasmettere, lo stile del logo da realizzare, e poi proponiamo diverse soluzioni. Il graphic design prevede un pittogramma dalle linee semplici per una lettura immediata in qualunque formato andrà usato: questa fase tiene in considerazione non solo il logo puro su schermo in digitale, ma tutte le sue applicazioni come per esempio l’avatar nelle pagine social, le brochure, la targa, i biglietti da visita, la stampa e/o il ricamo sui camici, e così via.

Solitamente le forme sono stilizzate e gli elementi distintivi ricadono nell’insieme di rimandi tra il disegno, il font che l’accompagna e la palette dei colori. Per esempio per un nostro cliente abbiamo dovuto abbinare i colori pastello verde e viola poiché tutto ciò che già il cliente aveva creato mostrava quell’abbinamento, persino le pareti dello studio avevano proprio queste tonalità: un elemento distintivo rispetto alla concorrenza che doveva rimanere impresso nella mente di pazienti.

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Sito web dentista: i testi e il tono di voce

Ma come parla un dentista sulla pagina web? La nostra filosofia è che le priorità di un professionista sanitario in rete sono due: generare fiducia e divulgare informazioni in maniera accessibile. Lo scopo è quello di non creare distanza tra il cliente dello studio e il dentista. I medici più apprezzati sul lungo periodo sono quelli che riescono a rassicurare, comprendere e farsi comprendere dai propri pazienti: e la comunicazione digitale non fa eccezione.

I testi di un sito web per dentisti devono essere quindi autorevoli ma estremamente chiari. Quando si scende nel dettaglio per illustrare un servizio offerto o per descrivere una patologia, bisogna far sì che il contenuto sia intendibile anche da chi non è un esperto del settore, mantenendo però la scientificità del contenuto.
In questo aiuta definire le buyer personas e le loro abitudini di ricerca online.

La rassicurazione è anche la direttiva principale nella scelta del tono di voce. L’idea che guida la nostra strategia comunicativa è che si può parlare di medicina e patologie senza generare allarmismi. Anzichè fare leva sul senso di urgenza e sulla paura, il tono di voce dei testi deve fare emergere il dentista come figura che può curare e tranquillizzare il paziente. Il Tone of Voice può essere poi declinato per ottenere sfumature differenti, capaci di fare emergere dal sito web del dentista la sua unicità, ma sempre rimanendo entro i confini della professionalità che ci si aspetta da uno studio odontoiatrico.

La cornice legale in cui si opera in Italia

Aggiungiamo una nota sui siti web per studi dentistici: secondo la normativa vigente in Italia è possibile effettuare una comunicazione “marketing” sanitaria, a patto che essa non abbia natura “suggestiva”, ovvero non imponga sull’utente suggestioni di sorta, sia in termini di mancati benefici nel non acquistare il servizio, sia in termini di minaccia alla propria salute presente o futura.
Inoltre per legge è vietata qualunque promozione, sconto e pacchetto. Si, molte strutture li promuovono, però poi quando gli Ordini se ne accorgono, magari per segnalazione di un collega, nessuno scrive articoli su richiami e sanzioni disciplinari

Sito web per dentista: gli errori da evitare

Ecco infine una breve lista di errori da evitare assolutamente quando si progettano siti di studi dentistici:

  • Il sito non è uno spazio di comunicazione statico: si dice spesso che i siti aziendali siano vetrine. Questo è vero solo in parte. Una pagina web è per sua natura dinamica, può e deve essere aggiornata nel tempo. Creare il sito dello studio dentistico per poi abbandonarlo a sé stesso sarebbe un investimento sprecato: così come la pratica medica si evolve, e altrettanto fa il professionista sanitario nella sua formazione personale in continuo aggiornamento, così deve riflettersi anche online.
  • Creare siti senza personalità: Lo studio dei competitor è importante. Proprio per questo bisogna evitare di creare un sito fotocopia. Siti di studi dentistici rivali possono servire da spunto, ma la chiave del successo è parlare al pubblico con qualcosa di diverso, raccontando tra le sezioni la propria unicità. Bisogna quindi mettere in risalto la propria Unique Value Proposition.
  • Mancanza di coerenza sul tono di voce tra sito e social: Non deve succedere che un dentista sul sito aziendale parli in un modo e sui social cambi radicalmente tono di voce. Tutti i canali dello studio devono condividere uno stile comunicativo coerente e riconoscibile.
  • Trascurare gli aspetti tecnici: Le strategie SEO, la progettazione di contenuti per il blog e l’invio periodico di newsletter, la scelta del dominio, l’ottimizzazione mobile, la manutenzione, gli obblighi di legge. La gestione professionale di questi aspetti fa la differenza e per questo motivo è importante affidarla a una web agency esperta in marketing odontoiatrico e in marketing sanitario.

La stretta collaborazione tra agenzia e studio dentistico lungo tutto il percorso di creazione del sito internet è in definitiva fondamentale per garantire un risultato efficace e in linea con le aspettative.

Leggi anche l’articolo: Creazione siti studi dentistici: marketing odontoiatrico e consigli

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Marketing odontoiatrico: creazione siti per studi dentistici e altri consigli

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Il binomio marketing – odontoiatria è un fattore di cui tenere conto quando si lavora alla creazione siti internet per studi dentistici. La pagina web è una componente centrale nella strategia di comunicazione di uno studio odontoiatrico.

Nel corso della nostra attività di web agency, studi dentistici differenti per target e caratteristiche hanno richiesto i nostri servizi. Al netto delle peculiarità di ogni singola realtà professionale, il nostro approccio al marketing odontoiatrico poggia su alcune fondamenta imprescindibili. Lo scopo è ottenere un risultato che possa soddisfare tanto le esigenze del professionista sanitario, quanto quelle dei suoi clienti (che non dobbiamo dimenticare sono pazienti).

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Creazione siti studi dentistici: valorizzare la customer experience

La realizzazione siti web per studi dentistici deve sempre mettere al centro la customer experience. Se è vero che questo è un pò un cardine del web design in generale, quando si parla nello specifico di marketing e odontoiatria tale regola guida ancora di più il processo di creazione.

La progettazione di un’esperienza utente soddisfacente ruota intorno alla definizione delle Buyer Personas dello studio. In questo modo è possibile delineare il pubblico di riferimento e programmare la pagina pensando alle loro specifiche esigenze.

Quest’approccio è guidato dal metodo DDS, Data Driven Storytelling Geofelix® che, a partire da un’analisi quantitativa dei dati permette di massimizzare i risultati della strategia di marketing e quindi la vendita di servizi da parte dello studio dentistico.

Da qui si arriva a delineare integralmente il progetto. Esso deve tenere conto non solo dell’unicità di ogni nostro cliente, ma anche della situazione dei competitor, della zona geografica, dell’integrazione con i canali social, dei suoi obiettivi e di tutti gli altri aspetti strategici che contribuiscono a determinare il successo di un’attività che vuole espandersi in rete.

Marketing odontoiatria: perché è importante saper progettare siti studi dentistici

Quando ci si trova a navigare su siti di studi dentistici si hanno necessità quali la prenotazione di un appuntamento anche in fase di prima visita o la ricerca di informazioni. Questi bisogni vanno gestiti ed esauditi nel minor numero di click possibile. Il rischio è di perdere l’interesse del visitatore, che potrebbe altrimenti rivolgere la sua attenzione verso la concorrenza.

Nel corso del processo di creazione di siti internet per studi dentistici diamo dunque priorità alle informazioni utili, che strutturiamo secondo una navigazione intuitiva. Ad esempio è opportuno mettere in risalto le icone relative ai contatti dello studio, utilizzare CTA che possano indirizzare l’azione dell’utente in maniera chiara e completare il sito con dei form per iscriversi alla newsletter o per prenotare una visita.

Questa strategia è figlia delle abitudini di ricerca degli utenti che navigano sul web. Secondo i dati più del 70% delle persone prenotano un appuntamento solo dopo aver cercato informazioni in rete sui medici a cui si stanno rivolgendo e oltre il 65% utilizza come device il proprio smartphone. Il volume di ricerca è quindi davvero elevato; basti pensare che una singola parola chiave generica come “Dentista Milano” viene digitata su Google circa 4.400 volte al mese.
Ma il search intent è più complesso della keyword a maggior traffico, che spesso è molto difficile da scalare nei risultati ed costa molto per la SEM (tipicamente Google Ads). Implementare una strategia basata sui dati è quindi utile per scegliere su quali keyword puntare per SEO e SEM, al fine di ottimizzare il budget delle due attività ed ottenere il miglior ritorno sull’investimento.

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Marketing odontoiatrico: i siti studi dentistici sono un costo o un investimento?

La messa in atto di una strategia di marketing per uno studio odontoiatrico rappresenta un proficuo investimento per il futuro dell’azienda. Il costo iniziale viene ripagato sia in termini di branding, che di ritorno di immagine sul medio e lungo periodo.

La pandemia di Covid-19 ha peraltro dimostrato come le persone, specialmente quelle comprese nelle fasce d’età più avvezze all’uso della tecnologia, diano grande importanza alla presenza online di un’attività sanitaria, soprattutto quando valutano a chi affidare la propria salute dopo una precedente esperienza negativa. Uno studio di odontoiatria che si posiziona bene sui motori di ricerca a seguito di una consulenza SEO, parla con competenza e un linguaggio comprensibile delle tematiche inerenti la salute dentale, ha dunque maggiore possibilità di intercettare utenti e trasformarli in clienti, rispetto a dei competitor meno attenti a questi aspetti.

I siti di studi dentistici sono peraltro solo una delle componenti che costituiscono l’ecosistema digitale del professionista sanitario.
La strategia di comunicazione ideale comprende infatti anche una corretta gestione dei canali social, in cui il tono di voce ed il design comunichino in armonia con la controparte web.

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Web agency studi dentistici: i nostri consigli

Ma qual è in definitiva la filosofia corretta per un servizio di realizzazione siti web studi dentistici di qualità? Ecco alcuni consigli:

  • Performance del sito: Creare siti di studi dentistici è per metà conoscenza medica e per metà tecnica di comunicazione. I siti devono fornire contenuti validi e interessanti, e garantire contemporaneamente fruibilità, performance stabili e compliance legale. Aspetti quali velocità di caricamento, affidabilità del dominio, layout mobile friendly, suddivisione corretta dei menù, gestione efficace di contatti e prenotazioni, trasparenza, concorrono a rendere il sito facilmente navigabile dagli utenti e degno di fiducia.
  • Ottimizzazione SEO: L’obiettivo principale di un sito web, dopo la capacità di convincere l’utente, è quello di apparire in cima alle ricerche Google. La SEO è un insieme di tecniche che ottimizzano testi, foto, link e altri aspetti del sito per migliorarne l’indicizzazione. È una disciplina complessa, stratificata e soggetta a continui mutamenti. Per questo motivo è importante gestirla correttamente sia in fase di costruzione del sito, che nel corso della sua manutenzione.
  • Scelta dei contenuti multimediali: Compito di un’agenzia di marketing odontoiatrico è anche supportare lo studio nella scelta delle foto e dei video da pubblicare. Di norma si scelgono contenuti che dicono qualcosa sul professionista, su come opera e sulla sua storia. Un buon esempio sono i cosiddetti “Casi di successo”, ovvero i classici “Prima/Dopo”, che possono invogliare un visitatore della pagina a testare i servizi dello studio e divenire cliente.
  • Raccontare l’unicità per costruire la fiducia: È importante fare emergere il valore e cosa contraddistingue lo studio dentistico attraverso una Unique Value Proposition. Questa va fatta emergere nello storytelling, ed è uno strumento importante per dare risalto a sezioni del sito come l’Home Page e il Chi Siamo.
  • Pubblicità con Google Ads e Facebook Ads: Dedicare parte del budget a campagne adv può migliorare il traffico verso il sito, raggiungendo una porzione più ampia di pubblico in linea con il target selezionato.

Rimane ovviamente necessario studiare con attenzione il caso del singolo studio, in modo da predisporre un intervento di marketing odontoiatrico su misura del cliente.

Leggi anche l’articolo: Sito web dentista: contenuti, tono di voce ed errori da evitare

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Vetrofania per vetrina: cosa è, a cosa serve e tipologie

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Una vetrofania per vetrina capace di catturare all’istante l’attenzione dei passanti è una componente di fondamentale importanza per il successo di ogni attività commerciale fronte strada. Questo elemento ha anche un’enorme valenza comunicativa. Sono molte le cose che si possono rendere note al pubblico attraverso una vetrofania: saldi, novitàservizi, UVP e altro ancora. La vetrofania per negozio ha per questo un posto centrale nel design grafico dell’azienda e non dovrebbe mai essere trascurata.

Vetrofanie – cosa sono

Prima di entrare nel dettaglio, analizzandone tipologie, materiali e utilizzi, è necessario chiarire cosa sono le vetrofanie. Corso Vittorio Emanuele a Milano, Strada Nuova a Pavia e in generale ogni via caratterizzata dal passeggio in centro città, con le attività commerciali a competersi l’attenzione dei passanti, è un esempio perfetto a cui fare riferimento. La vetrofania, elettrostatica o adesiva che sia, è la pellicola che comunemente vediamo applicata sulla vetrata esterna degli store e che gli conferisce dinamismo e visibilità.

La vetrofania di un negozio è perciò una delle prime cose che saltano all’occhio, anche semplicemente passeggiando per strada. Essa riveste una grande valenza strategica: una vetrofania cosa è dopotutto, se non un vero e proprio biglietto da visita per attrarre potenziali clienti? Per tale motivo è importante non solo il suo concept, ma anche la sua corretta applicazione, per la quale è meglio affidarsi a un esperto.

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Vetrofania per vetrina: a cosa serve

Una vetrofania personalizzata può fare la differenza nella strategia di marketing aziendale. In base all’utilizzo desiderato, si può optare per un posizionamento diverso: in verticale sulla porta di ingresso per aumentare la possibilità che ogni cliente legga informazioni utili su servizi o prodotti, oppure in alcune aree intorno alla vetrina per valorizzare l’esposizione.

La vetrofania per negozi conserva inoltre la sua originaria funzione decorativa, utile a consolidare la brand identity. Essa è dunque un componente grafico versatile e di assoluto rilievo nella definizione coerente e organica dello stile di un’attività.

Vetrofania negozio: materiali e tipologie

Se sei alla ricerca di idee per vetrofanie a Pavia, per la tua attività professionale, devi decidere prima di tutto su che tipo di pellicola orientarti. Il materiale usato principalmente è il PVC adesivo monomerico o polimerico: il primo ha una durata più breve, dai 6 ai 12 mesi e può essere applicato solo su superfici piane; il secondo può resistere anche fino a 7 anni, in quanto composto da un numero maggiore di strati.

Le principali tipologie di vetrofanie per vetrina sono:

  • Vetrofania trasparente: è l’opzione ideale per lasciare filtrare la luce esterna;
  • Vetrofania satinata: è una variante che permette un moderato filtraggio di luce esterna, offrendo al contempo una maggiore privacy rispetto alla controparte trasparente;
  • Vetrofania opaca: questo tipo di adesivo copre ciò che sta dietro, quindi deve essere usato in porzioni di vetrina limitate, per non intaccare l’esposizione. È consigliata per soluzioni di design colorate e creative, magari di breve periodo;
  • Vetrofania microforata Oneway: in questo caso la pellicola fa passare molta più luce e crea un duplice effetto per il quale dall’esterno si vede solo la stampa, mentre dall’interno è possibile vedere cosa accade fuori;
  • Vetrofania elettrostatica: si distingue per la facilità di riposizionamento, in quanto non aderisce alla vetrina tramite colla, bensì grazie all’effetto di aspirazione generato dall’elettricità statica una volta a contatto con la superficie.

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Vetrofania personalizzata: differenza tra vetrofanie stampate piene e scritte prespaziate

Quando si vuole decorare una vetrina con un nome o uno slogan, le scritte prespaziate sono la soluzione più indicata. Si tratta di lettere in PVC adesivo, distanziate tra loro grazie a uno stencil rimuovibile, e applicabili su diversi tipi di superficie per garantire la massima adattabilità. Possono essere realizzate in varie dimensioni, colori e font. Le scritte prespaziate possono anche essere fissate all’interno del locale, per proteggerle da agenti atmosferici e atti vandalici. Garantiscono una resa cromatica generalmente migliore degli adesivi stampati poichè si impiega un PVC colorato all’origine, e non un supporto bianco su cui si stampa.

Le vetrofanie sono le decorazioni dal maggiore potenziale espressivo poiché si integrano con i prodotti esposti, e non si limitano a soli elementi testuali come le scritte “SALDI”. Offrono ampie possibilità di personalizzazione impiegando dimensioni e forme pensate appositamente per lo spazio in cui applicarle, prestandosi quindi a design con progettazione grafica più elaborata della riproduzione del logo del brand, o di una scritta che potrebbe andare ovunque.

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Vetrofania vetrina: qualche esempio

Come si può intuire, una vetrofania per negozio offre infinite possibilità, spesso sfruttate al meglio dai marchi più famosi.
Quando un brand è universalmente riconosciuto vale sicuramente “Less is more”: lezione appresa alla perfezione da brand sportivi come Nike o Converse, che con il solo logo e i claim brevi composti con scritte prespaziate, rendono subito riconoscibili i loro punti vendita. Brand meno famosi ricorrono a vetrofanie più ricche di elementi grafici violando questa regola per attrarre l’attenzione, come nel caso dei negozi americani Anthropologie, che sfruttano la pellicola adesiva per ricreare lussureggianti motivi floreali.

Le vetrofanie trasparenti sono perfette per dare al cliente informazioni utili già prima dell’ingresso, senza precludere la visibilità interna. Sono scelte ottime per elencare i servizi di studi medici, centri benessere e palestre o il menu di pub e ristoranti. Anche in questo caso, bisogna prestare attenzione a non sovraccaricare il layout con troppo testo, facendo risaltare le poche voci più importanti e lasciando ampio spazio a foto ed elementi grafici, anche mescolando stampa e superfici satinate semitrasparenti.

La vetrofania saldi è l’esempio che vogliamo trattare: è molto comune durante i periodi festivi, quando l’affluenza dei clienti è maggiore e le offerte giocano un ruolo fondamentale nel processo di acquisto. Una buona idea è applicarla al centro o meglio ancora a 2/3 della vetrina, combinando immagini, colori e scritte per incuriosire i passanti, senza coprire le merci. Data la natura breve e transitoria dei momenti di scontistica, è preferibile ricorrere a una vetrofania elettrostatica in PVC monomerico, così da facilitare la rimozione della pellicola.

Leggi anche l’articolo: Instant marketing: cos’è, caratteristiche ed esempi

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